Sul libro: 1969 / So che questo mio racconto susciterà una tempesta di indignazione, odio e insulti tra agitatori pagati e gratuiti, servitori e simpatizzanti dei governanti dell'URSS, ma consiglierei loro di abbandonare il loro vile lavoro e di non tentare i deboli di cuore, di non sedersi qui sul pane degli “altri”, ma di andare lì, nel “paradiso” su terra, a quel “paradiso” per il quale sono crocifissi, e che ho lasciato nel giugno dell’anno 1959, dopo aver sperimentato tutte le delizie della vita nel campo per 10 anni, dal 1945 al 1955 e “libero” fino al 1959. Io non sono il primo e probabilmente non ultimo ad alzare la voce per dipingere ancora una volta un quadro della vita per la "cortina di ferro". Non metterò in mostra la mia eloquenza, che purtroppo si è inaridita in vent’anni di vita tra stranieri (all’estero) e nei campi in URSS, ma ritengo mio dovere aprire ancora una volta una pagina del lugubre martirio delle sfortunate vittime che, per volontà degli inglesi, caddero nelle grinfie dei carnefici assetati di sangue rossi di Mosca nel 1945, il 29 maggio. Ortografia dell'autore