Informazioni sul libro: 2002 / "Il piacere del linguaggio... Questo pensiero mi ha perseguitato fin dall'infanzia. Nasce inevitabilmente un paragone con un fumatore di oppio che cerca qualsiasi giustificazione - etica, medica, creativa - per la sua dipendenza. Tuttavia non mi considero tale. L'impegno nell'invenzione linguistica è del tutto razionale, e non c'è la minima perversità nel desiderio di abbinare concetti a combinazioni di suoni affinché la loro combinazione dia piacere. Il piacere di inventare le lingue è molto più grande del piacere di imparare una lingua straniera, almeno per le persone con una certa mentalità; è più fresco, più personale, perché il famigerato metodo di tentativi ed errori è pienamente implementato in esso. Inoltre, può svilupparsi in creatività: l'inventore delle lingue crea, lucidando i contorni dei simboli, migliorando il complesso dei concetti... La parola stessa, priva di connessione con il significato, cioè una combinazione priva di significato di suoni a livello a prima vista, può dare piacere; questa combinazione di suoni ha una bellezza speciale, evocando la bellezza del gioco di luci e ombre sul fogliame verde, o le linee morbide di una cresta di colline, o l'arcobaleno multicolore.»