Sul libro: 2007 / "In queste pagine dovrebbero essere trovate prove di esseri viventi oltre le sfere superiori, città perdute e altri luoghi dimenticati nella memoria di dell'umanità, ma ancora più distruttivo è il modo di trascinare le anime dei morti nel loro guscio morto e di estrarre da loro attraverso la tortura i segreti che giacciono nascosti alle radici del mondo, nelle caverne oscure e nelle profondità dei mari. Qui ci sono anche le istruzioni su come far sì che le cose prendano una parvenza di vita, che sarebbe meglio lasciare incompiute, ma non si può fare altrimenti, dopo che saranno state create, tieni nascoste sotto chiave tutte le copie fatte di questo testo latino. Nessuno che li abbia letti ne riveli il contenuto, e nessuno che li conosce ne riveli l'esistenza agli ignoranti; che non sono pronti a sopportare un fardello così pesante. Sarebbe meglio se i suoi occhi fossero bruciati dai carboni ardenti della fiamma, e le sue labbra fossero cucite strettamente con filo duro, piuttosto che dover leggere le parole in questo libro. Perché è scritto in una lingua dimenticata, che i figli di Adamo non avrebbero mai dovuto parlare. È una lingua per gli altri che non hanno bocca e che dimorano nell’ombra tra le stelle”. Olaus Wormius (Ole Worm), nella prefazione alla traduzione latina del Necronomicon del XIII secolo.)