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  • MediaDB / «Il diavolo e Dio" Jean-Paul Sartre: scarica fb2, leggi online

    Informazioni sul libro: 1999 / Cavalieri-mercenari ed eremiti della foresta. Gente comune urbana ribelle, contadini intrisi di superstizione. Contadini e prostitute nel convoglio in viaggio. Uomini di chiesa di ogni genere e rango: principi spirituali, monaci erranti, pastori mendicanti dei poveri, autoproclamati profeti. Germania del XVI secolo, devastata dalla guerra contadina, dove tutti presero le armi contro tutti. Le città divennero arcivescovi, i contadini divennero signori, i proprietari di castelli divennero vicini, il fratello divenne fratello. E anche il demone di questa guerra, il famoso Götz von Berlichingen, assomiglia al padre celeste: il Signore Dio stesso. Eppure l'opera non vuole nemmeno fingere di essere storica, non ripristina il passato, ma semplicemente noleggia costumi dal suo guardaroba. Argomenti sobri e bestemmie blasfeme lanciate dal palco nella sala suonano come un vero e proprio anacronismo: a volte un'eco di Pascal e Dostoevskij, a volte echi sordi dei pensieri di Campanella o Gandhi, qualcosa che ricorda vagamente il marxismo, ma questo viene direttamente da Nietzsche: “Dio è morto”. In questa Babilonia intellettuale manca evidentemente solo una cosa: la teologia scolastica e le eresie tedesche, in breve Münzer e Lutero: la Germania di allora. E lo stesso Götz non ha la sua famosa mano di ferro - a quanto pare, una delle prime protesi nella storia del mondo. “Il diavolo e Dio” non è un episodio dei disordini feudali e delle rivolte popolari del tardo Medioevo, ma la parabola di Goetz il bestemmiatore, un mito nuovamente drammatizzato del XX secolo, messo in scena nel 1951 da Louis Jouvet al Teatro Antoine con Pierre Brasseur, Jean Vilar, Maria Cazares e Marie Olivier nei ruoli principali, “Il diavolo e Dio” è lungi dall’essere la più armoniosa, laconica e non la più scenografica delle opere di Sartre. Ma, essendo sorto in un punto di svolta nello sviluppo del suo pensiero, per lui è senza dubbio fondamentale. Qui si è tentato di tagliare il nodo fatto quasi dieci anni fa in “Mosche”, e qui è stato trovato un filo aggrappato al quale Sartre ha dovuto andare avanti. S. Velikovsky. Il percorso di Sartre drammaturgo