Informazioni sul libro: 2018 / Ho letto per la prima volta “An American Tragedy” all'età di 12 anni, allora molte cose rimanevano poco chiare. Ingenuo 1980... Ma sono riuscito a trarre la conclusione principale da solo: non essere mai, mai un Clyde. Sì, con una lettera minuscola. Dopotutto, di Clyde ce ne sono molti, sfortunatamente. Come Robert, le loro ingenue vittime. Sì, i tempi sono cambiati; oggigiorno è quasi impossibile immaginare una “tragedia americana”. Ma comunque... Eppure... Negli ultimi 38 anni, questa storia è stata con me. Certo, l'ho riletto più di una volta, l'ultima un anno fa. E ho deciso, ingenuamente e con sentimenti che ritornano improvvisamente da un lontano passato, lascia che questa storia diventi diversa. Quale? Clyde tornerà in sé e sposerà Roberta? Non morirà sul lago? Oppure non verrà catturato e non raggiungerà l'obiettivo desiderato? NO. NO. E ancora - no. L’ipotesi che un tale mascalzone possa improvvisamente sperimentare il famoso “cambiamento spirituale” e diventare una persona onesta è ancora più fantastica di quanto ho immaginato nel romanzo. Voi, miei pochi lettori, siate il giudice. Andiamo, miei cari... Andiamo...